Aree di Intervento

Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)

I disturbi del comportamento alimentare sono patologie caratterizzate da una alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Insorgono prevalentemente durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile. I comportamenti tipici di un disturbo dell’alimentazione sono: la diminuzione dell’introito di cibo, il digiuno, le crisi bulimiche (ingerire una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo), il vomito per controllare il peso, l’uso di anoressizzanti, lassativi o diuretici allo scopo di controllare il peso, un’intensa attività fisica. Alcune persone possono ricorrere ad uno o più di questi comportamenti, ma ciò non vuol dire necessariamente che esse soffrano di un disturbo dell’alimentazione. Ci sono infatti dei criteri diagnostici ben precisi che chiariscono cosa debba intendersi come patologico e cosa invece non lo è. I principali disturbi dell’alimentazione sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder, BED); i manuali diagnostici, inoltre, descrivono anche altri disturbi correlati, come i disturbi della nutrizione (feeding disorders) e i disturbi alimentari sottosoglia, categoria utilizzata per descrivere quei pazienti che pur avendo un disturbo alimentare clinicamente significativo, non soddisfano i criteri per una diagnosi piena.

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Il modello cognitivo-comportamentale sostiene che alla base degli atteggiamenti e dei comportamenti alimentari patologici vi siano pensieri errati o distorti sul cibo e sul proprio corpo; vengono pertanto presi in esame sia i comportamenti alimentari scorretti che lo stile cognitivo correlato. Inizialmente vengono date al paziente informazioni sul disturbo, si mira alla riduzione delle abbuffate regolarizzando la frequenza e la composizione dei pasti. Nella seconda fase l’obbiettivo è quello di migliorare la qualità e la quantità dell’alimentazione, affrontare il pensiero di dieta e riconoscere le situazioni a rischio attraverso l’uso del problem solving. Infine vengono consolidati i risultati ottenuti e viene affrontato il tema della prevenzione delle ricadute. Una tecnica molto utile è l’uso del diario alimentare, in cui vengono registrate dalla paziente modalità e quantità dell’alimentazione, che vengono analizzate e discusse con il terapeuta, insieme alle emozioni e alle convinzioni legate al cibo. Attraverso questo “automonitoraggio”, le pazienti apprendono a riconoscere e ad evitare le situazioni ed i comportamenti a rischio.

Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)

Disturbi d’Ansia, Fobie e Attacchi di Panico

Ansia è un termine largamente usato per indicare un insieme di diverse reazioni cognitive, comportamentali e fisiologiche che si manifestano in seguito alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso e nei cui confronti non ci riteniamo sufficientemente capaci di reagire. Dal punto di vista cognitivo i sintomi tipici dell’ansia sono: un senso crescente di pericolo, la presenza di immagini o ricordi negativi e la sensazione di essere al centro dell’attenzione. Dal punto di vista comportamentale l’attenzione è focalizzata sull’ambiente circostante alla ricerca di spiegazioni, rassicurazioni e vie di fuga. La strategia principale istintiva di gestione dell’ansia è inoltre l’evitamento della situazione temuta. Sono frequenti inoltre comportamenti protettivi come: farsi accompagnare, chiedere continuamente rassicurazioni, uso di sostanze ecc. Dal punto di vista fisiologico l’ansia può manifestarsi attraverso: tensione muscolare, tremori, sudorazione, palpitazioni, vertigini, nausea, aumento battito cardiaco.

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I disturbi d’ansia comprendono:

  • Le fobie specifiche(aereo, spazi chiusi, ragni, cani, gatti, insetti, ecc.)
  • Il disturbo da panico e l’agorafobia (paura di stare in situazioni da cui non vi sia una rapida via di fuga)
  • La fobia sociale
  • Il disturbo d’ansia generalizzata
  • Il disturbo d’ansia da separazione

La TCC per l’ansia mira a eliminare i timori esagerati e i comportamenti di controllo ed evitamento che mantengono la patologia nel tentativo di riacquisire un senso di sicurezza e di confidenza nelle attività della vita quotidiana. Per raggiungere tale obiettivo, la Terapia Cognitivo Comportamentale si serve di:

  • Interventi psicoeducativi – al paziente vengono fornite nuove modalità di lettura di pensieri e stati d’animo.
  • Tecniche di esposizione – si stabiliscono con il paziente graduali step per affrontare l’evento o la situazione temuti, in modo da confrontarsi con le paure temute in diversi contesti, solitamente da quello meno fastidioso al più spaventoso.
  • Eliminazione dei comportamenti di controllo – a volte talmente abituali da risultare automatici, i comportamenti di controllo sono tutte le azioni messe in atto per prevenire l’evento temuto (evitare di andare in certi luoghi, di trovarsi in determinate situazioni). Spesso sono proprio i costi che le strategie di controllo implicano a convincere la persona del bisogno di aiuto.
  • Ristrutturazione cognitiva – si identificano e discutono i pensieri che mantengono la sintomatologia ansiosa, ad esempio le convinzioni di pericolo o la tendenza a catastrofizzare un evento spiacevole.
Disturbi d’Ansia, Fobie e Attacchi di Panico

Disturbo Depressivo e altri Disturbi dell’Umore

Il termine depressione viene utilizzato per indicare la presenza di umore triste, vuoto o irritabile, accompagnato da modificazioni fisiche, fisiologiche e cognitive che incidono in modo significativo sulla capacità di funzionamento dell’individuo. L’episodio depressivo non coincide con la diagnosi di Disturbo Depressivo Maggiore (o depressione maggiore), perché molte persone possono avere oscillazioni del tono dell’umore, più o meno marcate, fino ad arrivare al vero e proprio disturbo bipolare, di cui la depressione può essere solo un sintomo, anche se solitamente è quello più sgradito al soggetto, che chiede aiuto in queste fasi.

La depressione si può manifestare attraverso la presenza di diversi sintomi tra cui: umore depresso, diminuzione di interesse e di piacere, perdita/aumento di peso e/o appetito, insonnia, rallentamento/agitazione psicomotoria, mancanza di energie e di concentrazione, svalutazione e senso di colpa.

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La terapia cognitivo comportamentale si è dimostrata molto efficace per la cura della depressione. Da un lato si cerca di modificare i pensieri negativi che mantengono il disturbo. Le persone che ne soffrono tendono ad avere solitamente un atteggiamento ipercritico verso sé stessi, ad accusarsi oltre ogni evidenza, a focalizzarsi più facilmente sugli eventi negativi. La terapia cognitivo comportamentale aiuta la persona a sviluppare una modalità di pensiero più equilibrata e razionale. Fondamentale è lo studio delle capacità di coping individuali e sociali che il paziente ha a disposizione per affrontare le difficoltà quotidiane che probabilmente hanno portato la persona a questa condizione. Così, ad esempio, si possono adottare modalità comunicative più efficaci o strategie per risolvere i problemi nei quali l’individuo si trova coinvolto. La cura della depressione passa infine dalla capacità della persona nel riprendere gradualmente le attività che sono state abbandonate, magari cominciando da quelle più piacevoli al fine di sviluppare comportamenti più funzionali per risolvere i propri problemi, ragionando in modo più equilibrato e razionale.

Disturbo Depressivo e altri Disturbi dell’Umore

Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)

Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da pensieri, immagini o impulsi ricorrenti. Le ossessioni del disturbo ossessivo-compulsivo attivano emozioni sgradevoli e molto intense, quali soprattutto ansia, disgusto e senso di colpa portando il soggetto a compiere ogni azione possibile pur di rassicurarsi e gestire il proprio disagio emotivo. Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi (come controllare, lavare/lavarsi, ordinare, ecc.) o azioni mentali (pregare, ripetere formule, contare) finalizzati a contenere il disagio emotivo provocato dai pensieri e dagli impulsi che caratterizzano le ossessioni. Queste diventano facilmente rigide regole di comportamento risultando eccessive e talvolta bizzarre agli occhi degli osservatori.

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Tipiche ossessioni che caratterizzano il disturbo sono:

  • Paura di contaminazione
  • Necessità di ordine e simmetria
  • Pensieri o immagini a contenuto aggressivo, sessuale, religioso o riguardante un danno
  • Dubbio
  • Accumulo

La TCC mira alla cura del DOC attraverso la modificazione di alcuni processi di pensiero automatici e disfunzionali. In particolare, agisce sull’eccessivo senso di responsabilità, sull’eccessiva importanza attribuita ai pensieri, sulla sovrastima della possibilità di controllare i propri pensieri e sulla sovrastima della pericolosità dell’ansia, che costituiscono le principali distorsioni cognitive dei pazienti con DOC. Dal punto di vista comportamentale la tecnica efficace e validata risulta essere l’esposizione e prevenzione della risposta.

Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)

Dipendenze e Addiction

La terapia Cognitivo-Comportamentale è il trattamento più indicato per le dipendenze comportamentali. In questo approccio vengono analizzate le catene tra pensieri e comportamenti messi in atto dal paziente al fine di utilizzare strategie comportamentali più vantaggiose: i pazienti si impegnano a conoscere le caratteristiche delle loro dipendenze, ad individuare e gestire al meglio le situazioni ad alto rischio ricaduta, a attuare comportamenti alternativi più consoni. Gli “errori” sono analizzati come esperienze da cui trarre insegnamento, per consolidare i risultati raggiunti e perfezionare la prevenzione di future ricadute. L’approccio Cognitivo-Comportamentale può prevedere anche il coinvolgimento di familiari e persone significative che si possono configurare come ottime risorse a livello sociale.

Dipendenze e Addiction

Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)

I disturbi del comportamento alimentare sono patologie caratterizzate da una alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Insorgono prevalentemente durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile. I comportamenti tipici di un disturbo dell’alimentazione sono: la diminuzione dell’introito di cibo, il digiuno, le crisi bulimiche (ingerire una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo), il vomito per controllare il peso, l’uso di anoressizzanti, lassativi o diuretici allo scopo di controllare il peso, un’intensa attività fisica. Alcune persone possono ricorrere ad uno o più di questi comportamenti, ma ciò non vuol dire necessariamente che esse soffrano di un disturbo dell’alimentazione. Ci sono infatti dei criteri diagnostici ben precisi che chiariscono cosa debba intendersi come patologico e cosa invece non lo è. I principali disturbi dell’alimentazione sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder, BED); i manuali diagnostici, inoltre, descrivono anche altri disturbi correlati, come i disturbi della nutrizione (feeding disorders) e i disturbi alimentari sottosoglia, categoria utilizzata per descrivere quei pazienti che pur avendo un disturbo alimentare clinicamente significativo, non soddisfano i criteri per una diagnosi piena.

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Il modello cognitivo-comportamentale sostiene che alla base degli atteggiamenti e dei comportamenti alimentari patologici vi siano pensieri errati o distorti sul cibo e sul proprio corpo; vengono pertanto presi in esame sia i comportamenti alimentari scorretti che lo stile cognitivo correlato. Inizialmente vengono date al paziente informazioni sul disturbo, si mira alla riduzione delle abbuffate regolarizzando la frequenza e la composizione dei pasti. Nella seconda fase l’obbiettivo è quello di migliorare la qualità e la quantità dell’alimentazione, affrontare il pensiero di dieta e riconoscere le situazioni a rischio attraverso l’uso del problem solving. Infine vengono consolidati i risultati ottenuti e viene affrontato il tema della prevenzione delle ricadute. Una tecnica molto utile è l’uso del diario alimentare, in cui vengono registrate dalla paziente modalità e quantità dell’alimentazione, che vengono analizzate e discusse con il terapeuta, insieme alle emozioni e alle convinzioni legate al cibo. Attraverso questo “automonitoraggio”, le pazienti apprendono a riconoscere e ad evitare le situazioni ed i comportamenti a rischio.

Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)

Disturbi d’Ansia, Fobie e Attacchi di Panico

Ansia è un termine largamente usato per indicare un insieme di diverse reazioni cognitive, comportamentali e fisiologiche che si manifestano in seguito alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso e nei cui confronti non ci riteniamo sufficientemente capaci di reagire. Dal punto di vista cognitivo i sintomi tipici dell’ansia sono: un senso crescente di pericolo, la presenza di immagini o ricordi negativi e la sensazione di essere al centro dell’attenzione. Dal punto di vista comportamentale l’attenzione è focalizzata sull’ambiente circostante alla ricerca di spiegazioni, rassicurazioni e vie di fuga. La strategia principale istintiva di gestione dell’ansia è inoltre l’evitamento della situazione temuta. Sono frequenti inoltre comportamenti protettivi come: farsi accompagnare, chiedere continuamente rassicurazioni, uso di sostanze ecc. Dal punto di vista fisiologico l’ansia può manifestarsi attraverso: tensione muscolare, tremori, sudorazione, palpitazioni, vertigini, nausea, aumento battito cardiaco.

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I disturbi d’ansia comprendono:

  • Le fobie specifiche(aereo, spazi chiusi, ragni, cani, gatti, insetti, ecc.)
  • Il disturbo da panico e l’agorafobia (paura di stare in situazioni da cui non vi sia una rapida via di fuga)
  • La fobia sociale
  • Il disturbo d’ansia generalizzata
  • Il disturbo d’ansia da separazione

La TCC per l’ansia mira a eliminare i timori esagerati e i comportamenti di controllo ed evitamento che mantengono la patologia nel tentativo di riacquisire un senso di sicurezza e di confidenza nelle attività della vita quotidiana. Per raggiungere tale obiettivo, la Terapia Cognitivo Comportamentale si serve di:

  • Interventi psicoeducativi – al paziente vengono fornite nuove modalità di lettura di pensieri e stati d’animo.
  • Tecniche di esposizione – si stabiliscono con il paziente graduali step per affrontare l’evento o la situazione temuti, in modo da confrontarsi con le paure temute in diversi contesti, solitamente da quello meno fastidioso al più spaventoso.
  • Eliminazione dei comportamenti di controllo – a volte talmente abituali da risultare automatici, i comportamenti di controllo sono tutte le azioni messe in atto per prevenire l’evento temuto (evitare di andare in certi luoghi, di trovarsi in determinate situazioni). Spesso sono proprio i costi che le strategie di controllo implicano a convincere la persona del bisogno di aiuto.
  • Ristrutturazione cognitiva – si identificano e discutono i pensieri che mantengono la sintomatologia ansiosa, ad esempio le convinzioni di pericolo o la tendenza a catastrofizzare un evento spiacevole.
Disturbi d’Ansia, Fobie e Attacchi di Panico

Disturbo Depressivo e altri Disturbi dell’Umore

Il termine depressione viene utilizzato per indicare la presenza di umore triste, vuoto o irritabile, accompagnato da modificazioni fisiche, fisiologiche e cognitive che incidono in modo significativo sulla capacità di funzionamento dell’individuo. L’episodio depressivo non coincide con la diagnosi di Disturbo Depressivo Maggiore (o depressione maggiore), perché molte persone possono avere oscillazioni del tono dell’umore, più o meno marcate, fino ad arrivare al vero e proprio disturbo bipolare, di cui la depressione può essere solo un sintomo, anche se solitamente è quello più sgradito al soggetto, che chiede aiuto in queste fasi.

La depressione si può manifestare attraverso la presenza di diversi sintomi tra cui: umore depresso, diminuzione di interesse e di piacere, perdita/aumento di peso e/o appetito, insonnia, rallentamento/agitazione psicomotoria, mancanza di energie e di concentrazione, svalutazione e senso di colpa.

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La terapia cognitivo comportamentale si è dimostrata molto efficace per la cura della depressione. Da un lato si cerca di modificare i pensieri negativi che mantengono il disturbo. Le persone che ne soffrono tendono ad avere solitamente un atteggiamento ipercritico verso sé stessi, ad accusarsi oltre ogni evidenza, a focalizzarsi più facilmente sugli eventi negativi. La terapia cognitivo comportamentale aiuta la persona a sviluppare una modalità di pensiero più equilibrata e razionale. Fondamentale è lo studio delle capacità di coping individuali e sociali che il paziente ha a disposizione per affrontare le difficoltà quotidiane che probabilmente hanno portato la persona a questa condizione. Così, ad esempio, si possono adottare modalità comunicative più efficaci o strategie per risolvere i problemi nei quali l’individuo si trova coinvolto. La cura della depressione passa infine dalla capacità della persona nel riprendere gradualmente le attività che sono state abbandonate, magari cominciando da quelle più piacevoli al fine di sviluppare comportamenti più funzionali per risolvere i propri problemi, ragionando in modo più equilibrato e razionale.

Disturbo Depressivo e altri Disturbi dell’Umore

Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)

Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da pensieri, immagini o impulsi ricorrenti. Le ossessioni del disturbo ossessivo-compulsivo attivano emozioni sgradevoli e molto intense, quali soprattutto ansia, disgusto e senso di colpa portando il soggetto a compiere ogni azione possibile pur di rassicurarsi e gestire il proprio disagio emotivo. Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi (come controllare, lavare/lavarsi, ordinare, ecc.) o azioni mentali (pregare, ripetere formule, contare) finalizzati a contenere il disagio emotivo provocato dai pensieri e dagli impulsi che caratterizzano le ossessioni. Queste diventano facilmente rigide regole di comportamento risultando eccessive e talvolta bizzarre agli occhi degli osservatori.

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Tipiche ossessioni che caratterizzano il disturbo sono:

  • Paura di contaminazione
  • Necessità di ordine e simmetria
  • Pensieri o immagini a contenuto aggressivo, sessuale, religioso o riguardante un danno
  • Dubbio
  • Accumulo

La TCC mira alla cura del DOC attraverso la modificazione di alcuni processi di pensiero automatici e disfunzionali. In particolare, agisce sull’eccessivo senso di responsabilità, sull’eccessiva importanza attribuita ai pensieri, sulla sovrastima della possibilità di controllare i propri pensieri e sulla sovrastima della pericolosità dell’ansia, che costituiscono le principali distorsioni cognitive dei pazienti con DOC. Dal punto di vista comportamentale la tecnica efficace e validata risulta essere l’esposizione e prevenzione della risposta.

Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)

Dipendenze e Addiction

La terapia Cognitivo-Comportamentale è il trattamento più indicato per le dipendenze comportamentali. In questo approccio vengono analizzate le catene tra pensieri e comportamenti messi in atto dal paziente al fine di utilizzare strategie comportamentali più vantaggiose: i pazienti si impegnano a conoscere le caratteristiche delle loro dipendenze, ad individuare e gestire al meglio le situazioni ad alto rischio ricaduta, a attuare comportamenti alternativi più consoni. Gli “errori” sono analizzati come esperienze da cui trarre insegnamento, per consolidare i risultati raggiunti e perfezionare la prevenzione di future ricadute. L’approccio Cognitivo-Comportamentale può prevedere anche il coinvolgimento di familiari e persone significative che si possono configurare come ottime risorse a livello sociale.

Dipendenze e Addiction

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PEC

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Indirizzo

Corso Europa 99
07039 Valledoria (SS)

Presso il "Centro Commerciale La Conchiglia"

Orari

Dal Lunedì al Venerdì:
10 - 13 | 15 - 18