Domande Frequenti
Quanto dura una psicoterapia ad orientamento cognitivo-comportamentale?
La durata di una psicoterapia TCC varia in base a diversi fattori, tra cui le caratteristiche di personalità della persona e la natura delle problematiche da affrontare. Dopo una fase iniziale di assessment, si definiscono obiettivi chiari e una tempistica attendibile. Questo permette alla persona di prendere una decisione consapevole, tenendo conto sia degli aspetti temporali che di quelli economici.
In cosa si differenziano lo psicologo, lo psicoterapeuta, lo psichiatra e il neurologo?
• Psicologo
È un professionista laureato in Psicologia e abilitato all’esercizio della professione dopo un tirocinio e l’iscrizione all’Albo degli Psicologi. Si occupa di sostegno psicologico, diagnosi e riabilitazione, spesso in ambito clinico.
• Psicoterapeuta
È uno psicologo (o medico) che ha completato una specializzazione in Psicoterapia, acquisendo competenze specifiche per il trattamento di disturbi psicologici. Esistono vari approcci terapeutici, come cognitivo-comportamentale, psicodinamico o sistemico-relazionale e così via.
• Psichiatra
È un medico specializzato in Psichiatria, esperto degli aspetti biologici delle patologie mentali. Può prescrivere farmaci e il suo intervento si concentra spesso sul trattamento farmacologico, integrando una relazione medico-paziente.
• Neurologo
È un medico specializzato in malattie organiche del sistema nervoso centrale e periferico, come cefalee, epilessia, Parkinson o demenze. Si occupa di patologie di origine neurologica piuttosto che psicologica.
Ogni quanto ci si deve vedere col terapeuta?
La frequenza delle sedute dipende dalla fase della terapia e dall’intensità dei sintomi. Generalmente si inizia con un incontro a settimana, una cadenza che permette di mantenere una continuità efficace e di riflettere sugli aspetti emersi durante le sedute.
In casi di sintomatologia più intensa, potrebbe essere necessario aumentare la frequenza a due sedute a settimana. Al contrario, nelle fasi avanzate del percorso, quando l’obiettivo è consolidare i risultati, gli incontri possono essere gradualmente diradati: prima ogni 15 giorni e poi, se necessario, si fissano controlli mensili.
Una terapia con incontri troppo distanti nel tempo, come una volta al mese fin dall’inizio, è generalmente sconsigliata, poiché rischia di compromettere la continuità e l’efficacia del trattamento.
Quali sono i costi di una terapia?
Ogni quanto ci si deve vedere col terapeuta?
Si può interrompere una terapia?
Sì, interrompere una terapia è sempre una scelta personale e può essere fatta in qualsiasi momento. Tuttavia, poiché il percorso terapeutico si basa su un rapporto di collaborazione tra terapeuta e paziente, è importante affrontare questa decisione in modo consapevole.
Concordare una seduta di chiusura è fortemente consigliato. Questo momento permette di riflettere sui progressi fatti, di analizzare quanto emerso durante la terapia e di valorizzare l’esperienza vissuta. Una chiusura condivisa aiuta a consolidare i benefici del percorso e a concluderlo in maniera costruttiva e rispettosa del lavoro svolto.
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